Saturday, December 18, 2010

Un viaggio allucinante 5

"Maghnia è un posto incredibile, no man’s land, c’è chi è stato espulso del Marocco dopo aver tentato l'assalto ai recinti che circondano l’enclave spagnola di Melilla, altri sono appena arrivati dal deserto del Sahara, altri ancora sono lì da mesi ad aspettare... Eravamo più di 1.000 africani, abitavamo in accampamenti di fortuna fatti di rami e cartoni, in attesa di trovare il modo di passare la frontiera. Centinaia di baracche di legno, coperte con sacchi di juta e di plastica nera per proteggersi dalla pioggia. Lì vicino c’era un piccolo fiume senz’acqua, pieno di immondizia e delle baracche che usavamo per lavarci e cagare...


Maghnia è divisa in 'ghetto', quartieri divisi per nazionalità, Nigeria, Camerun, Mali, Burkina Faso, Senegal, Gambia, Guinea, Ghana... Ogni comunità ha i propri chairmen, i capi: un presidente, un vice-presidente, un segretario ed un addetto alla sicurezza. Quando arrivi devi andare da loro, ti fanno pagare una tassa, sono loro che decidono chi deve partire o restare. Non si può bere alcol, se qualcuno ha un piccolo lavoro deve dare una parte dei soldi ai chairmen che li usano per i bisogni di tutti, si cucina a turno e si mangia tutti insieme. Tutti sono organizzati più o meno allo stesso modo. I più tecnologici hanno un generatore e una saletta con televisione e antenna parabolica. I più poveri non hanno niente: solo le tende, in cui mangiano, dormono e contano i giorni che passano. E’ molto pericoloso, ci sono delle gang che sequestrano le persone, poi chiedono un riscatto alle famiglie rimaste a casa, ci sono i ladri. C’è gente che preferisce non vivere nell’accampamento, si nascondono nei dintorni, in case abbandonate o in rifugi di fortuna nei boschi. Anche le donne vivono nella foresta vicino. Molte di loro muoiono durante il parto, non vanno all’ospedale perché hanno paura di essere arrestate..."

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